I disturbi neuropsichici rappresentano un ambito di particolare rilevanza per la salute pubblica perché:
- Sono estremamente frequenti, spesso cronici, complessi, in aumento, con un sempre più rilevante carico assistenziale
- Richiedono interventi diagnostici, terapeutici e riabilitativi tempestivi e appropriati per modificare il decorso impedendo i fenomeni di comorbidità e di cronicizzazione.
- Ricevono invece risposte parziali, frammentarie, in un sistema di servizi gravemente insufficiente per risorse e non più adeguato come modelli organizzativi e formazione.
L’identificazione precoce del disturbo è infatti essenziale per permettere un intervento terapeutico tempestivo e mirato, in una fascia d’età in cui è massima la plasticità cerebrale, determinando una migliore prognosi e comunque la possibilità di influenzare positivamente i decorsi riducendo la gravità dell’espressione sintomatologica e delle ricadute funzionali.
Pertanto non è più accettabile la tradizionale distinzione tra i servizi per l’età evolutiva e quelli per l’età adulta che, fissando a 18 anni il momento del passaggio, si caratterizzano per un alto grado di drop out e di non continuità della presa in carico.
Partendo da queste premesse verranno presi in considerazione ed esposti i modelli di servizi dedicati all’adolescenza e ai giovani adulti inseriti all’interno di un DSM che deve essere sempre più orientato per percorsi di cura differenziati per cicli di età.
Verrà presentata una possibile organizzazione di un’unità operativa orientata alla prevenzione e all’intervento precoce nella fascia d’età 14-25 anni come si è realizzata nell’Unità Prevenzione e Interventi Precoci Salute Mentale della Asl Roma1.
Inoltre verranno esposte le tendenze attuali relative al neurosviluppo, i problemi concernenti la comorbidità trasversale e longitudinale, i principali compiti evolutivi dell’adolescenza e le traiettorie evolutive potenzialmente patologiche. Ancora si approfondiranno le tematiche relative all’accoglienza e alla valutazione, intesa come strumento di conoscenza delle criticità e dei punti di forza, necessario a una corretta impostazione del progetto terapeutico personalizzato. Infine verranno esplicitate le modalità attraverso cui si esplica l’intervento finalizzato al riconoscimento dei casi soggetti ad alto rischio, alla riduzione del tempo intercorrente tra la comparsa dei sintomi/esordio e la presa in carico integrata da parte dei servizi territoriali, alla messa in rete dei servizi del DSM e di altri servizi sociali e sanitari, incrementando le competenze dei professionisti della salute mentale al riconoscimento ed al trattamento precoce delle psicosi all’esordio e/o dei soggetti ad alto rischio e favorendo la recovery più ampia e precoce possibile con interventi specifici ed appropriati basati su evidenze scientifiche (psicofarmacologici, psicoterapeutici e psicoeducazionali ivi incluso il favorire la ripresa dello studio, di attività socialmente utili, di gestione gratificante del tempo libero e/o del lavoro).
Tutti questi argomenti verranno poi ripresi nella sessione pomeridiana e amplificati attraverso l’uso di casi clinici essenziali da discutere in maniera interattiva.